Il glaucoma è
stato tradizionalmente definito con la triade: aumento della pressione
intraoculare (PIO), alterazioni papillari e deficit del campo visivo; più
recentemente, studi istologici hanno evidenziato che ci può essere una
significativa perdita delle cellule ganglionari retiniche e delle fibre del
nervo ottico prima che, con le tecniche convenzionali di esame del campo visivo,
si evidenzi un deficit funzionale.
Altre ricerche hanno rivelato che, benché l'aumento della pressione
intraoculare sia uno dei principali fattori di rischio per una neuropatia
ottica glaucomatosa, essa non è necessariamente elevata in tutti gli occhi che
presentano questa alterazione patologica.
Per
contro, alcuni soggetti possono tollerare una PIO più elevata prima che si
determini una perdita glaucomatosa di fibre nervose.
Pertanto,
la presenza di un ipertono oculare di per sé non è sufficiente a porre la
diagnosi di glaucoma; tutti questi dati possono condurre a dare una nuova definizione di
glaucoma, fondata sul reperto morfologico e/o psicofisico di una lesione
glaucomatosa del nervo ottico, indipendentemente dalla PIO rilevata.
Poiché una PIO elevata è il principale fattore
di rischio, e dato che essa può essere facilmente misurata, la tonometria
continua ad essere uno dei pilastri fondamentali nella diagnosi del
glaucoma.
Una pressione oculare più elevata della norma in un soggetto con campo
visivo normale è definita come ipertensione oculare, alcuni soggetti con ipertono oculare evidenziano sintomi di una
neuropatia ottica glaucomatosa clinicamente evidente, nonostante la perimetria
computerizzata acromatica convenzionale risulti normale; un'accurata identificazione di questi soggetti è di fondamentale
importanza in quanto previene un trattamento non necessario per quei soggetti
che non sono a rischio di glaucoma, mentre consente un trattamento precoce dei
pazienti glaucomatosi prima che il campo visivo si deteriori.
La
pressione oculare normale è compresa fra gli 11 ed i 21 mmHg con una media di
16 mmHg, pressioni più elevate possono portare alla lesione del nervo ottico,
come accade nei vari tipi di glaucoma; non è detto tuttavia che pressioni superiori al limite della normalità
statistica siano di per se necessariamente lesive.
L'insorgere
del danno è molto condizionato dal grado di vulnerabilità individuale del nervo
ottico, in altre parole vi sono individui che possono tollerare indefinitamente
senza danni pressioni piuttosto elevate, mentre altri sviluppano una lesione
glaucomatosa anche a livelli di ipertensione molto modesti; per questa ragione il riscontro di una ipertensione oculare moderata non
significa presenza di un glaucoma.
Normalmente in un ambulatorio oculistico di medio livello si ha molto
più spesso a che fare con pazienti diagnosticati come sospetto glaucoma, che
con pazienti che realmente presentano alterazioni glaucomatose.
I dati anamnestici e le diagnosi che non possono essere interpretati in
modo chiaro, i pazienti ansiosi, e in taluni casi la preoccupazione
dell'oculista curante di garantire una sicurezza assoluta al paziente, sono la
causa del fatto che un considerevole numero di pazienti viene trattato con
colliri antiglaucomatosi senza che in realtà essi soffrano di difetti accertati
del campo visivo o di alterazioni glaucomatose delle fibre nervose retiniche.
L'approccio che realizziamo e i provvedimenti che riserviamo nel caso di
soggetti cui sia stato diagnosticato un ipertono anche borderline, hanno lo scopo di prevenire alterazioni indotte dal glaucoma nel
tempo.
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