Ipovisione |
L'ipovisione è una condizione di ridotta capacità visiva, bilaterale e irreversibile, che condiziona lo svolgimento delle normali attività quotidiane L'ipovisione può essere centrale, legata ad una lesione che colpisce principalmente l'acutezza visiva, determinando difficoltà nell'attività per vicino (lettura, esecuzione di lavori fini, riconoscimento della fisionomia di un volto, etc.) e periferica, legata ad una compromissione della retina e/o delle fibre extramaculari, che provoca un'alterazione del campo visivo, con riduzione dell'autonomia di movimento del soggetto. L’ipovisione colpisce sia gli adulti che i bambini.
Circa un
milione e mezzo di persone in Italia presentano un visus che non supera i 3/10.
Altre cause sono il
glaucoma, la retinopatia pigmentosa, le degenerazioni maculari giovanili ed i
traumatismi oculari.
- un miglioramento della visione residua - un maggiore adattamento degli ausili ottici - un adattamento del comportamento del soggetto all’ambiente.
La rieducazione non migliora l’acuità visiva, cioè non restituisce la vista, tantomeno arresta un eventuale peggioramento della malattia.
Il lavoro
di rieducazione è faticoso, perché il soggetto deve cambiare le proprie
abitudini di vedere ed imparare nuove strategie visive. La rieducazione tenta di ottenere un miglioramento funzionale che può essere ottenuto:
- sui movimenti oculari - sulla coordinazione occhio-mano - sulla capacità di discriminazione
Grazie a questo miglioramento funzionale, la rieducazione favorisce un miglio uso delle possibilità visive attuali, attenua la stanchezza visiva, permette l’adattamento del gesto e dunque diminuisce la mancanza di destrezza, spesso frequente in caso di ipovisione.
L’esame e la rieducazione dell’ipovisione si basano su una stretta collaborazione fra:
- il medico oculista, che tratta la malattia e/o ne segue l’evoluzione - l’ortottista, che esegue l’esame motorio, sensoriale e funzionale e procede alla rieducazione - l’ottico, che propone e spiega i diversi ausili ottici - altri specialisti la consulenza dei quali può essere utile
Dopo la
visita dell’oculista e la determinazione del migliore ausilio ottico,
l’ortottista esegue gli esami di base, osserva il comportamento visivo, spiega
e cerca di aiutare il paziente a migliorare la sua efficienza visiva, a diversi
livelli, rieducando la discriminazione, i movimenti oculari, la coordinazione
oculo-manuale, l’organizzazione spaziale, la lettura e stimolando la memoria
visiva.
Una parte
importante della rieducazione consiste nell’individuare il migliore dispositivo
di ingrandimento, che permetta ad una immagine abbastanza allargata di
proiettarsi su un’area di retina periferica ancora attiva. Vi sono 3 tipo di ausili o accorgimenti utili per l’ipovisione:
- lenti di ingrandimento a mano o con supporto - occhiali ingrandenti - lenti telescopiche per lontano e vicino - fibre ottiche
- migliore illuminazione e contrasto ambientale - sedersi vicino al monitor ad alta frequenza e contrasto - lampade speciali - filtri - libri stampati in caratteri speciali, audioguide o ebook - guide per la lettura e scrittura - leggìo o tavoli ergonomici
- monitor, video ingranditori, sistemi di riconoscimento a sintesi vocale
Con la grande quantità di tecnologie attualmente disponibili è necessario avere molta pazienza per determinare quale sia l’ausilio più adatto per ogni singolo caso.
Sono
indispensabili la partecipazione attiva del paziente e le sedute di riabilitazione:
in effetti molti pazienti, che provano con soddisfazione ed entusiasmo gli
ausili presso gli ottici, rinunciano in seguito alla loro utilizzazione in casa. La rieducazione si svolge con un numero di sedute ed una frequenza che cambia per ogni paziente, a seconda del tempo necessario all’adattamento e dall’assiduità del paziente nello svolgere gli esercizi di allenamento, da continuare autonomamente a domicilio.
|